(TRIO WITH FLAG) A rhythmical phrase of one minute and thirty seconds is the module of the first part of the work. The three performers replicate it through the body for eight and a half times.The movement is not fixed, the rule of following the rhythm cage is mandatory. Until the rules of each variation starts to create a gap, a pause, the loss of compactness, the entropy of the form. The transition between the first and the second part is founded on the moment of extreme negation of the system. After the tragedy of gravity starts, dumb and pointless corporeality, physical resistance aimed to be throw to the ground.
Physical tasks. Measure and tollerance of weight.
Together within the space, between extreme attraction and repulsion.
To counter gravity, aggravate gravity. Duration and dynamic of endurance.
Display without show. Process equals outcome.
Neither improvisation nor execution: physical tasks on the border between expertise and lack of organization [abandonment].
Diaphragm is involved in the pause of the movement. The voice perpetuates the tension.
Object is used as a matter of fact: still life. It doesn’t allude, it doesn’t tell, it stays. Object and dancers, present together in the space. A story is not born, but a trio with a flag.
Project design and realization/ CANI
Choreography and Dance
Ramona Caia, Jacopo Jenna, Giulia Mureddu
Music/ Spartaco Cortesi
Dramaturg/ Carlo Cuppini
Lights/ Giulia Broggi
Organization/ Luisa Zuffo
Production/ CANI, Spazio K_Kinkaleri
with the supporto of Il Vivaio del Malcantone, Cango – Cantieri Goldonetta
Una frase ritmica di un minuto e trenta secondi è il modulo su cui si compone la prima parte del lavoro. I tre interpreti la replicano nel corpo per otto volte e mezzo. Il movimento non è prefissato, mentre la regola di attenersi alla gabbia ritmica è inderogabile. Fino a quando le disposizioni che caratterizzano ogni variazione non iniziano a prevedere anche la smagliatura, la pausa, il venire meno della compattezza, l’entropia della forma. Il passaggio tra la prima e la seconda parte si incardina sul momento di estrema negazione del sistema di regole dato. Dopo può avere luogo il dramma della gravità, corporeità muta e senza costrutto, resistenza destinata a scaricarsi al suolo.
Compiti fisici / misura sopportazione.
Scolpire il tempo. Dentro lo spazio. In termini estremi.
Esposizione senza spettacolo / processo uguale prodotto.
Un ritmo dato, appreso, condiviso in silenzio.
Improvvisazione / corpo abita in-forme un ritmo strutturato.
Poli di attrazione e repulsione. Nel gravitare.
Contrastare / aggravare la gravità.
Durata e dinamica della sopportazione.
Bilico tra il saper fare / non potersi organizzare.
Il diaframma coinvolto nelle pause dell’agire.
La voce accoglie e continua il tendere.
Oggetto come dato di fatto / natura morta. Bandiera.
Storia di quale Storia / non allude, non racconta. Sta.
Danzatori e oggetto / soggetti nello spazio insieme.
Nasce non una storia. Un trio con bandiera.